Il gioco di Gerald: le manette della psiche

Cinema

di Simona Galassi

Ammanettata per un gioco erotico, Jessie provoca la morte del marito. Una storia che passa attraverso la psiche della protagonista alle prese con il suo passato.

La storia

Su Netfix è possibile vedere questo interessante film del 2017 girato Mike Flanagan e ben interpretato da Carla Gugino e Bruce Greenwood dal titolo Il Gioco di Gerald, tratto da uno dei romanzi più belli, claustrofobici e intimamente psichici di Stephen King. La storia appare semplice: una coppia matura decide di raggiungere la loro isolata casa sul lago per un gioco erotico di cui lui soprattutto sente il bisogno. E’ così che Jessie ammanettata al massiccio letto di legno provoca involontariamente la morte del marito Gerald.

Le Manette della Psiche

Da qui il film si trasforma in un viaggio di introspezione psicologica, metafora di un risveglio che si apre attraverso l’inconscio della protagonista alle prese con i fantasmi del passato mentre lotta tra la vita e la morte. Le manette ai polsi della donna sono interpretabili come una resistenza psichica di chi cerca un cambiamento ma contemporaneamente, in modo inconsapevole, tenta di ripristinare le stesse modalità conosciute anche se sofferte e disfunzionali. Ma ciò che accade a Jessie è un cambiamento improvviso e quindi il confronto con sé stessa sarà inevitabile. I meccanismi di rimozione e negazione cadono ma perdurerà ancora una parziale cecità su aspetti di sé come riparo nel cercare di eludere la sua parte più fragile.

La bellezza del film, che nulla toglie al libro, è proprio nella capacità del regista di rendere convincente attraverso le immagini la membrana sottile che divide la realtà dall’ immaginazione. La storia girata pressoché in un unico ambiente, rimane dinamica, come dinamici e veloci sono i movimenti della mente della donna che nel tentativo di sopravvivere popolerà la stanza di personaggi. Proiezioni della psiche o esseri reali?

La Stanza, la Voce Interiore, le Difese, il Trauma

Ritroviamo così in pochi metri quadrati tanti elementi che ricordano metaforicamente il mondo della analisi e della terapia. La crisi, il trauma, i ricordi d’infanzia, i sogni, i personaggi e le libere interpretazioni e infine la stanza come luogo dove tutto questo può avvenire, dove si intravedono nuove verità, dove vacillano le vecchie difese che si ha paura di abbandonare. Il momento traumatico diventa così il momento in cui per la prima volta Jessie riuscirà ad affrontare e pensare questi vissuti da troppo tempo sotterrati e tenuti nascosti alla coscienza. Ricostruirne un senso e dargli significato. Allora, e solo allora, potrà rinascere come una donna nuova.

L’Eclissi e il ricordo tra film e libro

Nel film ritroviamo i temi cari a Stephen King: il Maine, il luogo isolato, l’eclissi che diventa simbolo della nostra parte ombra. In un momento del libro come nella sceneggiatura si legge: “Per un attimo ci andò vicino e capì che ce l’avrebbe fatta se veramente lo avesse desiderato. Il segreto di quel giorno non era mai veramente sprofondato del tutto nell’inconscio, era rimasto seppellito in una fossa non tanto profonda. Si era verificata una sorta di amnesia selettiva, di un genere assolutamente volontario. Se avesse desiderato ricordare che cosa era successo il giorno in cui si era spento il sole ne sarebbe stata in grado.”

Ecco l’eclissi, culmine della storia di Jessie, dal greco Ekleipsis, che significa abbandonare, sparire. Quell’eclissi del cuore legata all’offuscamento di un ricordo inaccettabile.

La Catarsi, verso una nuova vita

Questa è certamente una storia dedicata al mondo femminile in un percorso di scoperta di sé. Assistiamo ad un percorso complesso che culmina nello scioglimento dei nodi personali una liberazione e quindi una rinascita. Una storia dove si guardano i propri demoni per affrontarli e ridimensionarli.

 

Il gioco di Gerald  è un film del 2017 diretto da Mike Flanagan e tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King.